
Questo evento è stato organizzato da Bioarchitettura® e dall’Istituto Nazionale di Architettura IN/ARCH e promosso da LegnoFinestreItalia e dall’ANCE – l’Associazione nazionale costruttori edili, con il patrocino del Ministero dei Beni Culturali, del Ministero per l’Ambiente e dal Consiglio Nazionale Architetti e ingegneri, oltre che dal FAI – Fondo Ambiente Italiano.
Un premio quindi importante, nonostante sia solo alla sua seconda edizione, che vuole dare risalto alla fondamentale attività di recupero edilizio del ricco patrimonio architettonico nazionale e all'architettura di qualità. L’obiettivo è proprio quello di promuovere sempre nuove procedure sostenibili per il recupero, oltre che sensibilizzare architetti e amministrazioni locali verso la qualità del costruire.
Il concorso per il premio bioarchitettura ha selezionato i migliori interventi di recupero edilizio di edifici esistenti o di nuova edilizia che hanno prestato attenzione alla sostenibilità ambientale, all’efficienza energetica, alla qualità delle facciate e dell’isolamento termico. "Qualità è l'equivalenza di qualità delle relazioni e l'architettura è lo strumento attraverso il quale un luogo diventa interessante", così spiega Wittfrida Mitterer, direttore master in BioArchitettura alla Lumsa, l’importanza di realizzare edifici che siano in grado di procurare benessere e senso di accoglienza a chi li vive.
La commissione ha preso in esame ben 63 progetti di architettura.
Il primo premio Bioarchitettura va all’architetto Filippo Taidelli per il suo progetto di recupero integrale di un edificio milanese del 1901, Zenale Building Renovation, che "affronta e risolve in modo efficace e misurato i tre temi proposti dal bando del premio: il rapporto con il contesto; il disegno delle facciate nel rapporto pieno e vuoto, il disegno degli infissi che si lega alla rappresentazione della facciata e al significato del progetto stesso".
L’edificio recuperato ospiterà appartamenti, laboratori e negozi, magazzini al piano terra. Sono stati restaurate completamente le facciate esistenti, con la creazione di un nuovo fronte verso il giardino adiacente. L’architetto ha voluto qui creare un incavo a integrare una loggia che attraversa in altezza l’intero immobile, così che sembra di guardare due edifici differenti, uno a torre e uno classico, uniti in un'integrazione armoniosa.
Il progetto, inoltre, prevede isolamento termic delle coperture e delle pareti, oltre che moderni sistemi HVAC (Heating, Ventilation and Air Conditioning) con pompa di calore e riscaldamento a pavimento radiante, che danno agli abitanti un alto livello di comfort termico e di risparmio energetico.
Il secondo posto del Premio bioarchitettura va, invece, all’architetto Massimo Gin per il suo progetto Fabbrica Nuova a Murano, che ha recuperato un vecchio edificio industriale, trasformandolo in un efficiente ed ecocompatibile complesso residenziale. Il terze premio, infine, all’architetto Sonia Calzoni per il progetto di restauro e riuso di un immobile agricolo in Val Tidone, vicino Piacenza.
La giuria ha poi dato una menzione speciale all'architetto Lucien Kroll per la scuola Don Milani a Faenza e una segnalazione per innovazione di prodotto all'architetto Francesco Ferrara per il progetto della "finestra diodo mediterranea".